Eviterò la retorica.
Quello che è successo in Giappone un mese fa mi ha particolarmente colpito.
Ogni catastrofe fa riflettere, ogni persona che scompare, direi, fa riflettere, ma in questo caso, per me, è stato diverso.
I Giapponesi sono coloro che hanno creato, oltre agli hentai e ai manga, i videogiochi così come li conosciamo.
Io sono cresciuto, e male, con loro, ma li voglio bene così come voglio bene al mio migliore, e peggiore, amico.
Ho dei bellissimi ricordi videoludici collegati, nella maggior parte dei casi, a belli o brutti ricordi reali.
Quando mi ruppi la mandibola e persi l'ultimo anno di scuola, e con esso i miei compagni di classe, fu Resident Evil su Psx a tenermi compagnia, a farmi stare sveglio, a farmi sentire vivo.
Final Fantasy VII mi disse di avere ancora fiducia negli altri, sopratutto in quella 3°F che mi porto ancora appresso; e aveva ragione.
Zelda Ocarina of Time... e la prima estate senza scuola.
Shenmue e il Dreamcast: avere fede, pensare diversamente dagli altri, credere in se stessi e nelle proprie scelte.
Super Mario Galaxy: mio padre appena uscito dall'ospedale, sano e salvo.
Potrei citarne tanti altri, ma sarebbe solo un lungo elenco senza senso, e non voglio che il senso abbandoni queste poche righe.
Davanti alla foto che vedete qui accanto, poche ore fa, ho rischiato di piangere e di sentirmi, per questo, molto culattone, ma poi ho pensato che mi piace la figa e che, quindi, non essendo culattone, era qualcos'altro a nascondersi dietro le mie lacrime, qualcosa collegato a quel bambino sorridente che manda fuori fuoco i segni della catastrofe, e a quel soccorritore che ricambia il sorriso, piegandosi sulle ginocchia; era qualcosa di molto semplice che, semplicemente, non avevo colto; era Meraviglia e Gratitudine.
G.P
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