Ridicolo
Rivedendo The Reader qualche sera fa, mi ha colpito una scena in cui la Winslet apostrofa il ragazzo, coperto di fuliggine sino in viso, con un secco "guardati, sei ridicolo". Il ragazzo si guarda nello specchio e ride per l'attimo necessario a prendere coscienza della sua condizione apparentemente senza speranza.
Ridicolo...cos'è ridicolo? Non chi o cosa fa ridere, non chi appare al di fuori della normalità monotona (e cerca di spezzarla senza riuscirci)...è ridicolo CHI:
vuole vivere a tutti i costi,
si sforza di apparire normale,
cerca di entrare a far parte della normalità con le sue sole forze (gli altri ridono e per questo non hanno modo di aiutarlo),
..è il vero eroe?
L.M
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La vita secondo....Chaplin
"Per un creatore cinegrafico, la maschera di Charlie Chaplin ha la stessa importanza che ha, per un melografo, quella di Beethoven. Spero che questa dichiarazione eliminerà automaticamente tutti i lettori inutili, e che resteremo tra di noi, gente capace di capirci.
Dopodiché, tranquillizzati, continuiamo."
(Avrete certamente capito, il monello è soprattutto lui...)
L.M
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Jazzy Jam: lezioni di Jazz-mania,
parte I
Una versione di Cantaloupe Island con Herbie Hancock al piano che meritava d'essere postata. Il ritmo al piano è più veloce del normale, il motivo è orecchiabile in quasi tutta la sua integrità (magari per questo è molto nota), e Joe Henderson completa meritatamente l'opera.
Perché il jazz, per alcuni, è così affascinante? Sarò sincero, da buon jazz-maniaco, bisognerebbe iniziare da zero, dal primo respiro poco dopo esser nati.
Prendete una tazza, ad esempio, una pila di vasetti di vetro, una cassapanca vuota. Scoprirete che è più facile fare musica non seguendo un canovaccio, suonando a turno e come viene.
Bene, il jazz è più o meno questo: scoprire una tazza vuota che qualcuno ha lasciato prima di voi al centro d'una strada, e suonarla in tutti i modi possibili. Ne scoprirete tanti, davvero tanti. E' solo che non vi lascerebbero la libertà di farlo per più di cinque o al massimo dieci minuti.
Mettetevi in testa che suonare, per un musicista jazz, è soprattutto creare ritmo, costruire una base che esiste prima di qualsiasi tipo di musica, è sentire il ritmo in più sfaccettature e meravigliarsi che conservi ancora una parvenza di suono costruito, seppur minima.
Passiamo ora, brevemente, agli strumenti: gli strumenti a fiato, tromba, ecc. non sono strumenti soltanto, per mezzo dei quali si compie il ritmo. Sono trattati con dignità da solisti, sono voci in piena regola, melodiche, ritmate, nervose, appena accennate dal fiato di chi le emana. Ma nulla è costruito, e tutto è già contenuto nelle premesse. L'improvvisazione coinvolge uno ad uno i protagonisti del viaggio, accompagnati solo da un sottofondo che si adatta alla situazione. Non c'è bisogno che sia proprio adatto, tutto si gode alla fine.
L'album che credo più rappresentativo e splendido del puro genere è Empyrean Isles di Herbie Hancock; qui è ancora giovane, si respira il puro acume degli strumenti, e si viaggia per davvero.
L.M
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