Oggi speravo di poter parlare di qualcosa che potesse interessare tutti, qualcosa che fosse vicino al comune concetto di "politica", ma poi ho ritenuto che parlare o fare oggi "politica" sia davvero cosa impossibile, e così ho alzato gli occhi e ho letto un passo di Pavese.
Sulla mensola sopra la mia scrivania c'è, da quasi quattro anni, un foglio che reca con sé il seguente monito:
"- Essere qualcuno è un'altra cosa,- dissi piano, - Non te l'immagini nemmeno. Ci vuole fortuna, coraggio, volontà. Sopratutto coraggio. Il coraggio di starsene soli come se altri con ci fossero e pensare soltanto alla cosa che fai. Non spaventarsi se la gente se ne infischia. Bisogna aspettare degli anni, bisogna morire. Poi, dopo morto, se hai fortuna, diventi qualcuno.
- Sei sempre lo stesso,- bisbigliò Cate. - Per non farle ti rendi le cose impossibili".
E' la mia vita in sei righe: scelta di un obiettivo ambizioso, tensione a raggiungere quell' obiettivo, badare solo e soltanto ad esso, abbandonarlo, giustificare tale abbandono.
L'ho fatto con le ragazze, con la scrittura, col lavoro, con me stesso, con ogni cosa, vera o finta che fosse.
L'ho fatto anche con questo post.
G.P
Nessun commento:
Posta un commento