Le arance dei semafori sono gialle per ognuno che passi all'una sotto un ponte, in periferia, perché il semaforo ha smesso di guardare e di sentire, ha smesso anche di canticchiare la sua monotona canzoncina rosso-arancione-verde e daccapo, non gliene frega più niente se fumi, se sei un bravo ragazzo, se studi o se te ne vai a zonzo fuori casa con una maledetta psiche nella testa che gira, gira e intanto consuma gli occhi in un inutile vortice di auto.
Quelle sfrecciano, sì, ma anche a loro non gliene frega nulla, nulla di nulla, e i loro stop che si divincolano agli angoli delle strade somigliano a sigarette accese che non smettono di bruciare.
Si trascinano per chilometri, per ore, bruciando l'aria prima che ti entri nei polmoni.
La notte è una scusa per non vedere la luce, essere nati per non nascere o magari vedere poco, restare all'oscuro del mondo per non esserci mai passati di giorno. Anche il cielo è fuggito: lui pure se ne frega e non t'aiuta.
L.M
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