martedì 7 giugno 2011

Delicatezza cinese

C'è qualcosa che somiglia alla delicatezza de I ching, o degli haiku? I fiori stessi sono haiku, gli occhi sono haiku, l'anima è un haiku. Si esprime in pochi tratti, come un disegno, il respiro di una persona: ed è insignificante rispetto alla potenza del singolo gesto, dei pensieri, della loro onnisciente naturalità, chi lo compie. Cosa fa è saggezza pura. Perché si fanno miracoli con pochi sforzi, si delineano cerchi che non circondano nulla, si ripassano confini invalidati perché aperti da millenni a chiunque - e nessuno osa profanarli - si rigano lacrime là dove c'è gioia e si passa centinaia di anni a raccontarla. I fantasmi sono uomini che vivono più degli altri, sono aria pura che ognuno inspira ed arricchisce, espirandola, per il prossimo. Perché la casa non è importante, ciò che fa la casa è l'esterno, troppo raro e sconvolto rispetto alla chiarezza dell'interno. La luce passa dove deve passare: è essa stessa elemento architettonico, a lei spetta delineare porte e finestre. Ecco cosa si intende per energia: ricordare il gesto, non compierlo. Compierlo significa già ricordarlo, onorarlo, restituirlo alla sua idea pura di atto manuale, di vita che si fa, in mezzo a poche dita. Nulla deve quindi restare del processo endocrino della coscienza, che la stessa compie a livello subliminale, si deve vedere solo un indizio neutro, il più possibile vicino alle tracce di un Dio. Che qui, di regola, non si deve davvero vedere.

L.M

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