mercoledì 13 luglio 2011

Chiuso per ferie

lunedì 11 luglio 2011

Notizie dal mondo




Notizie dal mondo
(Fonte: Leggo.it)







Oggi volevo semplicemente rendervi partecipe di queste bellissime notizie dal mondo.
Godetevele.

Gp

venerdì 8 luglio 2011

Venerdì con Zio Tibia

Venerdì con Zio Tibia


Era sera, ma non tardi, ed io e Francesco abbiamo cominciato a parlare di fantasmi.
Io ho raccontato la trama di un film che lui non aveva visto, e poi ho parlato di due o tre espisodi di familiare memoria.
Niente di particolarmente spaventoso, solo che ci siamo accorti dell' estate.
Per me l' estate è indissolubilmente legata alla paura, ai fantasmi; sono il caldo, le notti all' aperto, il grande cielo nero, ad esser i miei sinonimi del terrore.
Tutto questo perché, probabilmente, mi è sempre capitato in questa stagione di ascoltare certe storie di paura, di vedere certi film, di guardare, impaurito, il tetto sopra la mia testa.
Mia nonna mi raccontava un sacco di storie prima di dormire e i miei cugini, seduti nel giardino di casa, a notte alta, si divertivano a mettermi paura; ci riuscivano quasi sempre.
C'è dell' altro: era d'estate, solo allora, che esploravo una pineta vicino casa di mio zio.
C' erano dei bunker della seconda guerra mondiale là dentro e si scendeva giù, in basso, dove si vedeva davvero poco, dove l'immaginazione prendeva il sopravvento.
In un paio d'occasioni la curiosità, mista a coglionaggine, mi spinse ad avventurarmi in un piccolissimo tunnel, dalle pareti d' argilla, che si sbriciolavano al sol contatto; sognavo fossero di pan di zucchero. +
Si diceva portasse fino al mare.
In fondo non ci sono mai arrivato, e non me lo perdonerò mai: erano le stagioni dell' avventura, solo allora avrei potuto realizzare un' impresa.
Oggi al sol pensiero mi viene il vomito.
E quando leggevo Stephen King?
Sempre e solo d' estate; senza la scuola avevo più tempo.
Francesco mi ha detto che in Giappone, lì dove ha vissuto tre anni, ad Agosto si festeggia il giorno dei morti, e i ragazzi del posto allestiscono un curioso gioco : il gioco delle 100 candele. Si riuniscono in un luogo aperto, tipo in un giardino, e piantano nel terreno 100 candele.
Poi le accendeno e ognuno di loro narra una storia di fantasmi.
Alla fine di ogni racconto si spegne una candela e così, man mano che si va avanti, si fa sempre più buio, più tardi, e nella mente dei ragazzi si affollano immagini, parole, volti, di tutte quelle storie del terrore.
Una gran paraculata!
Per Francesco, pero', la stagione della paura è l' inverno.
Fa freddo, piove, le giornate sono più corte, il buio divora la luce, e a Novembre c'è la nostra festa dei morti.
Anche lui ha avuto in eredità familiare una serie di episodi sinistri, ma di ciò che ha raccontato mi ha particolarmente impressionato la seguente rivelazione: un suo amico sudafricano, un coinquilino in Giappone, è capace di vedere i morti, o almeno così diceva.
E lo diceva tranquillamente, come se fosse una banale normalità.
Ne vedeva molti nei tram e anche a casa loro, una vecchia casa dei primi del novecento, ne vedeva spesso uno: un vecchietto, un innocuo passeggiatore.
Ma lui ci parlava coi morti?
Ogni tanto sì, gli rispondevano, anche se non ci capiva niente; la voce risultava disturbata, e lontanissima.
Che stupidata vero?
Eppure al ritorno a casa, da solo, alle due del mattino, un po' c' ho pensato e mi è parso di vedere intorno a me, fermi davanti ai bar, aggrappati alle panchine di una villa, in fila per un noto locale, un sacco di morti; morti che non sapevano nemmeno di essere stati un tempo vivi.
E io con loro.

GP

giovedì 7 luglio 2011

Campanili

© mrrobertwade on FlickrLa pece che cosparge le case le rassomiglia a tombe. Sapete quei prati all'inglese, con le vecchie chiese che non si sa da dove spuntino, perché proprio lì, beh, questa sensazione l'ho provata per questa foto qui a fianco. C'é tanto spazio intorno, cento anni fa era ancora di più, e ogni campanile piace finché è quieto, ossia incapace di suonare. Sembra che le campane gli inglesi le abbiano importate per farle sentire da dietro un muro, al riparo dall'aria, non inventate.

L.M

mercoledì 6 luglio 2011

La domenica del giorno prima

La domenica del giorno prima


Sarà un giorno di fine giugno, con un sole, però, dei primi di aprile, caldo, ma non aggressivo, piacevole.
Sembrerà mattina, e invece sarà pomeriggio.
Alla radio ci sarà una canzone inglese pop-rock, di quelle orecchiabili ma non troppo, ripetitiva, ma ricercata.
Guiderò sicuro, con la faccia seria, lo sguardo fisso avanti, come se sapessi esattamente dove andare, e ci andrò senza fretta, ma nemmeno con troppa lentezza.
Non cercherò di dare attenzione a tutto, come sempre faccio, anche se tutto, ogni cosa, mi sembrerà più viva, lucida, quasi accecante; e ne avrò il controllo.
E poi ci sarà un attimo in cui sterzerò a caso e mi schianterò da qualche parte, su qualche cosa.
La canzone continuerà ad andare, io no.

GP

martedì 5 luglio 2011

Campanelle

Domani pioverà.
Le luci che penzolano
come tante campanelle
che si sfregano e si urtano col vento
per scacciare il cielo azzurro,
cariche anche loro di pioggia
e di stanchezza per un lunedì monotono,
penderanno gravide d'acqua
sin quasi al suolo.
Domani pioverà,
quelle campanelle che strofinano
i loro ricami al suolo
risaliranno, diverranno stelle
per altre notti monotone finché
un lunedì le libererà

L.M

lunedì 4 luglio 2011

Io sono tua madre

Io sono tua madre

Credo che a volte le pubblicità siano un buon campo per sondare le caratteristiche del nostro tempo che, a volte, è talmente folle da diventare geniale.
Questo spot è, exempli gratia, la prova di quanto detto.
A Voi.

GP

sabato 2 luglio 2011

Resistere

Resistere

Direi che bisogna resistere.
Mettersi dietro una barricata, in un fosso, al di qua di una trincea, e resistere ad oltranza.
Riposarsi quando necessario, sparare quando attaccano o tentano di farlo, respingere, respingere.
Arriveranno i rinforzi, arriveranno con i rifornimenti, cibo e munizioni, e arriverà anche l'arma segreta, quella definitiva, risolutrice, arriverà e la guerra sarà bella è finita.
Un trionfo; un nuovo 25 aprile.
Resistere. Resistere.
Bisogna solo resistere.

GP

venerdì 1 luglio 2011

Senza titolo

L'artista è viziato dal suo stesso genio. Per qualcosa sbocconcellato col carboncino possono esistere, ed esistono, dieci, venti, trentotto titoli diversi. Scegliere è difficile: in questo istante l'opera è quel titolo, magari potrà benissimo indossarne, domani, un altro. In effetti pochi sono gli artisti che cominciano già dal titolo - il titolo è una summa, quindi non potrà mai essere perfetta. Restano a bocca aperta davanti ai loro pasti pittorici così, immobili, e si agguantano a ciò che, sazi, possono ancora comprendere del loro innanzi che non è stato dimenticato o digerito a dovere, bollandoli con un "senza titolo, n°1, 2, ..." da scialbi eremiti dell'immagine da spennare. Senza parole, semmai, non senza titolo. Così appendono il titolo che hanno generato da qualche parte nella mente. Il bene è un altro: potranno inventarne uno nuovo per ogni visitatore, dopo ogni pranzo.

L.M